“Il racconto sta al romanzo come lo slapstick (comica del cinema muto) sta al film sonoro; quindi, come sosteneva Sir Charles Spencer Chaplin la short story è la vera pura arte del narrare. Del resto, anche il Vecchio Testamento è una raccolta di racconti, mentre il Nuovo è un romanzo in 4 volumi più altri non accreditati.”
Fabrizio Sebastian Caleffi Degli Alighieri
PROGRAMMA:
- primo giorno (venerdì pomeriggio): il racconto non è un romanzo e non per la sua brevità, il racconto è il racconto anche quando il racconto lungo è più lungo del romanzo breve
testi di riferimento “That's Ammore” e “Tacco 13”di Yvette Guilbert;
- secondo giorno (sabato mattina e pomeriggio): i trucchi e la figura del narratore, i trucchi e il mercato della narrativa breve; breve storia del racconto breve; esercitazioni/test su scrivere a 2 e 4 mani
testo di riferimento “2 Calvà a Calvì”;
- terzo giorno (domenica mattina e pomeriggio): il progetto Vernissage/Finissage “Son of a Bitch, Sun over the Beach”, risultati dei test, prova di ammissione per l'upgrade, indicazioni personalizzate e certificazioni scritte per i partecipanti.
Date: 13-14-15 dicembre 2019
Docente: Fabrizio Caleffi
Costo: 180€ + tessera associativa 15€
Per partecipare al workshop, compila il modulo di iscrizione e invialo a kaosteatri@gmail.com entro e non oltre martedì 3 dicembre 2019 insieme alla ricevuta di pagamento dell'acconto.
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COSMOPOLITANA postfazione
di Fabrizio Sebastian Caleffi Degli Alighieri
Ogni scrittore conosce molti trucchi. Un bravo scrittore li conosce tutti. Il grande scrittore ne inventa di nuovi e li usa anche quando non servono. Roman Tarnopol, nato a Roma nel 1960, figlio del romanziere Peter Tarnopol, laureato alla Brown University, autore di “Un Padre Ebreo” che in quell'anno aveva vinto il Prix de Rome dell' American Academy of Arts and Letters, ebreo errante (con l'approssimarsi dei sessanta, un po' ansante), giornalista culturale e autore di short stories, ha visto quasi tutto in quasi tutto il mondo e spesso, ma non sempre, è un grande. Comunque, non scende mai sotto al livello di “bravo”. E regge il confronto con Peter, il padre ebreo, elaborando nel contempo il lutto per la scomparsa della madre Maureen, pittrice e attrice, che si tolse la vita nel 1966.
Notare nel racconto “La caprese di Mister Hyde” lo spostamento della personalità materna sul babbo: ecco uno dei trucchi da “bravo”. Altrettanto efficace è il Roman reporter, perciò da tempo collabora con “Vanity Flair”, la testata da me fondata e diretta. Ma avendo il Tarnopol nel nomen l'omen narrativo è anche per indurlo “a furor di popolo lettore” al roman che pubblico questa brillante raccolta. “La Calda Estate Calda di Lolita” gioca astutamente con Nabokov, senza nessuna paura di Virginia Woolf, Virginia Woolf, Virginia Woolf.
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